domenica 16 marzo 2014

Il film ... e le tagliatelle fatte in casa.

... mi limiterò ad una riflessione generale, che prescinda dagli Oscar (non "Mondadori", ma quelli di Hollywood). 

Joaquin Phoenix nel film "Il gladiatore" 2000- di Ridley Scott 

Ultimamente va molto di moda denigrare il lavoro degli altri, quale che sia il lavoro perché lapidare costa solo la fatica di alzare un sasso, cioè poco o niente, viceversa, il più mediocre dei lavori, comporta l'impiego di più coraggio rispetto a quello che serve alla redazione della più arguta fra le critiche (detto in un blog dedicato a Truffaut, il messaggio va inteso per quel che è), perché si mette in gioco, e lo fa in modo radicale. (Se dico "mediocre" non penso certo a Sorrentino!) 

La critica serve, chi lo nega? ma va argomentata, anche perché l'atto dello smontare "a gratis" è così avvilente da ascoltare e leggere - e se ne leggono più di quante se ne sentono!!!- che viene voglia di prendere una posizione.

Dire che un film, un libro, un disco, un quadro, una strada, una persona, siano o meno di nostro gradimento, è di per se un fatto del tutto irrilevante, ovvero, tremendamente soggettivo. 
A me, questo film non piace.
A me questo film piace. 
A me questo film piace molto, moltissimo. 
... Amen. Fine.  
La storia del mondo, e anche del singolo minuto, non ha fatto una piega. Detto questo, non posso considerare un giudizio serio, qualsiasi considerazione che inizi e finisca dalla pancia, dall'impressione di mezzo secondo sull'insieme, in base alle lune del momento, perché non è corretto verso il lavoro, inteso come concetto. Qualsiasi lavoro. Quello che - si diceva quando c'era- "Nobilita l'uomo". Il film, per svago che possa sembrare, è un immenso posto di lavoro, e le professionalità che vi partecipano sono tantissime. Si va dal bigliettaio dei vari Multiplex (e non), passando per i baristi, il personale delle pulizie, i tecnici dei vari ed eventuali, gli attori, gli anni di studio dell'arte e dei suoi mestieri, gli addetti alle musiche, alla fotografia, il regista che tutto coordina, lo/gli sceneggiatore/i, e tanto altro ancora. In sostanza ... prima di dire "che merda", almeno guardiamoli questi film!   

E anche, che cosa un film ... NON è? 
Non è un ... digestivo! Pertanto, non andrebbe associato in modo troppo stretto alla cena, ai pasti tout-court, perché si rischia di distrarsi tanto, e di non cogliere il segno, e nemmeno il cerchio, figuriamoci la botte! 
Non è un ... plaid, dunque non ha il compito di favorirci il sonno, dopo una giornata di lavoro. Può fare anche quello, ma spesso, chi gli dà la vita, ha altre ambizioni in mente, e se non le ha, si capisce e va bene, basta saper cogliere le differenze. 
Non è un telegiornale, una lastra del mondo, ovvero ... se lo è, lo fa per scelta, ma, sempre, rimane un linguaggio, un'arte, e come tale, usa le sue "lettere" per farsi messaggio. A noi il compito di saper leggere, o per lo meno, di provarci! 

Le opere d'arte passate alla storia, hanno sempre avuto almeno un quarto d'ora di ostilità generale, come per i santi, passati dagli insulti, al martirio e poi, dritti spediti in paradiso, sempre al netto della loro umanità (e non mi pare un bene, ma non è che il mio parere). Questo non significa in automatico che ciò che non ci piace, è per forza "arte" di alto livello, però non sarebbe male ricominciare ad allenare il senso critico, fra un "mi piace" e un "che merda". 



Un film che si rispetti non dovrebbe rassicurarci troppo, che se fosse sempre così, che diritto avrebbe il cinema di chiamarsi arte



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